Il Contesto
La piazza Gino Valle, dove ha sede la Direzione Vittoria, è posta su un terreno occupato dall’Alfa Romeo dal 1906 al 1986. Questo è incluso nel grande piano di riconversione della zona, su una superficie di quasi 400.000 metri quadri, dove sorgono abitazioni residenziali, uffici, un grande parco urbano, parcheggi e attività commerciali.
Vittoria Assicurazioni è la protagonista di questa trasformazione, una smart city immersa nel verde a creare un ponte ideale tra un glorioso passato industriale e una visione di città del futuro a misura d’uomo: perfettamente in linea con il profilo di una società di assicurazioni che lavora da quasi un secolo per rispondere al meglio ai bisogni di protezione e sicurezza delle persone.
Parco Vittoria
Il Business Center si compone di tre edifici che si affacciano sulla piazza pubblica più grande di Milano. Il taglio obliquo di ognuno è il vero tratto progettuale distintivo, soprattutto a confronto con gli edifici del terziario più tradizionali. Rispetta esattamente il piano inclinato del timpano dell’arch. Mario Bellini, elemento architettonico che ha da sempre rappresentato una delle porte di ingresso alla città e al quartiere Fiera in particolare.
Come si può notare anche dall’immagine, gli elementi architettonici presenti all’interno del timpano vanno a formare una rete di vuoti e pieni dalla forma trapezoidale. I tre edifici direzionali riprendono le stesse proporzioni. Si tratta di una vera e propria proiezione in cui i volumi si articolano in funzione della definizione architettonica del vuoto centrale, con la sede di Vittoria Assicurazioni che è sospesa nell’angolo più alto della piazza e che si allinea alle stecche del quartiere QT8; questo a rappresentanza di una perfetta integrazione con i quartieri circostanti.
L’opera d’arte contemporanea realizzata da Emilio Isgrò si intitola “Grande cancellatura per Giovanni Testori”, 2014. La frase incisa è presa dal libro del citato artista “Ponte della Ghisolfa”. Si tratta di un vero e proprio passaggio dalla dimensione bidimensionale a quella tridimensionale, dalla carta al bassorilievo. Isgrò, artista ideatore della cancellatura come forma d’arte, ha appunto cancellato molte parole del testo originale al fine di trasmettere un breve messaggio dal significato poetico: “Del ponte che i lampioni illuminavano/di tremore smisurato/altrove”. Tutto questo rappresenta un altro punto di connessione con la zona circostante. La “piazza dei miracoli”, così come è stata soprannominata dallo Studio Valle che l’ha progettata, con tutti i suoi elementi architettonici si inserisce perfettamente nel contesto urbano preesistente. Il concetto del vuoto è la base di partenza; uno spazio intenso come sagrato laico per la condivisione di momenti di vita quotidiana, non solo lavorativa. Leggi tutto Nascondi
Mediagallery
Guarda il video su Portello e sfoglia le immagini della piazza Gino Valle.